sabato 12 maggio 2018

SINISTRA PER URBINO A FIANCO DEI RESIDENTI DI CANAVACCIO



Sinistra per Urbino condivide le preoccupazioni ed esprime la propria solidarietà agli abitanti di Canavaccio, esposti da anni al rischio amianto per il deterioramento della copertura del capannone dell’OSCA-prefabbricati. Chiediamo che l’intero complesso venga messo immediatamente in sicurezza e che ne sia scongiurata l’esposizione dei residenti: sulla salute delle persone non sono ammesse tergiversazioni e balletti burocratici.
Va comunque chiarito che le fibre d’amianto non si limitano a svolazzare solo sopra il sito inquinato e che tutti nel Comune di Urbino e in quelli limitrofi ne debbano temere le conseguenze. A questa drammatica situazione va aggiunto il recente scandalo ad Apecchio, dove sono state interrate senza bonifica oltre 40 tonnellate di amianto e delle cui sorti non si sa più nulla.
Ci chiediamo che fine abbia fatto la solerte opposizione sempre pronta a tutelare i sacrosanti diritti di animali ed alberi e inspiegabilmente distratta difronte a quelli dei cittadini. Apprezziamo la raccolta di firme del PD, ma quando erano al governo della città come hanno provveduto alla mappatura e bonifica dei siti inquinati, prevista dalla legge 257 del 1992? E poi è stata istituita dall’attuale amministrazione o da quelle precedenti la figura del responsabile rischi amianto (RRA)?
Troviamo il pericoloso amianto nelle vecchie costruzioni di coperture industriali ed agricole, di palestre, di canne fumarie, di tubazioni idriche (25000 km del territorio nazionale),nei vecchi serbatoi e impianti termici, persino nei vecchi elettrodomestici in uso nelle famiglie.
In Italia si continua a morire per l’amianto: dal 1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2017 sono stati diagnosticati 3700 nuovi casi di mesoteliomi, il tumore per esposizione all’amianto. Dal 1992 ne è vietata la produzione e la vendita ma dal 2011 al 2014 lo Stato Italiano ne ha importate ben 34 tonnellate, ammissione delle stesse fonti governative,mentre secondo fonti ufficiali dell’India, il paese esportatore, le importazioni ammonterebbero a 1040 tonnellate.  Quando si dice coerenza!
Auspichiamo una maggiore consapevolezza dei cittadini in merito ad un problema così grave e sopratutto una maggiore trasparenza ed attenzione da parte delle istituzioni preposte alla salute dei cittadini: Comune, Provincia, ARPAM e ASL, finora non pervenute.