lunedì 11 dicembre 2017

CI ERAVAMO SBAGLIATI
Ad un anno dalla vittoria del No al referendum costituzionale, per il quale tanto ci siamo impegnati, dobbiamo riconoscerlo: abbiamo peccato di ingenuità e impreparazione , vuoi per carenza nell'analisi degli scenari politici globali, colpa tutto sommato perdonabile ad una piccola forza come la nostra, vuoi per inesperienza nell'individuare a colpo sicuro le fake news che di questi tempi mietono vittime quotidiane.
Di fronte all'intervento a favore della riforma costituzionale da parte dell'ambasciatore statunitense in Italia, un anno fa abbiamo gridato all'ingerenza americana nella politica interna del nostro Paese e con altrettanta forza abbiamo denunciato le pressioni della stampa economica d'oltreoceano e della banca J.P. Morgan che sottolineavano l'improrogabile necessità per l'Italia di cambiare la propria Costituzione e prospettavano scenari politico-economici apocalittici in caso di vittoria del No con l'evidente scopo di impaurire e ricattare l'elettorato.
Ebbene, non da quella parte provenivano le indebite intromissioni: da fonte autorevolissima- l'ex vicepresidente degli USA- apprendiamo sgomenti che dietro la vittoria del No non ci stavano l'attaccamento degli Italiani alla Costituzione uscita dalla Resistenza, né una certa antipatia nei confronti di un premier sbruffone, né il rifiuto della sua politica sul lavoro, la scuola,l'ambiente, ma la longa manus di Vladimir Putin.
Se avessimo conosciuto un po' meglio la storia del dopoguerra, non dovremmo ora rammaricarci di tanta credulità : avremmo, infatti, dovuto sapere che , dal 45 ad oggi, il governo degli Stati Uniti è sempre stato estremamente rispettoso delle scelte politiche degli Stati sovrani in ogni angolo del mondo, dall'Europa all'America Latina, dal Medio-Oriente alla Penisola indocinese. Anche di recente, abbiamo potuto constatare la sua assoluta neutralità in Ucraina e Siria. Perché mai avrebbe dovuto interessarsi alla nostra Costituzione e al cambiamento del quadro istituzionale che le modifiche studiate dal duo Renzi- Boschi avrebbero introdotto?
Abbiamo sbagliato, siamo umani, ma non vogliamo diventare, per parafrasare sant'Agostino, diabolici e dunque faremo molta attenzione nei mesi che ci separano dal voto a non cadere nella rete tesa dal Grande Vecchio moscovita che, secondo l'autorevolissima fonte, sta studiando le mosse per condizionare anche la prossima scadenza elettorale a tutto vantaggio delle oscure forze populiste del Male pronte ad accogliere i cosacchi in San Pietro. Dunque, a decretare la probabile sconfitta del partito di governo non sarà la crescente insofferenza per la sua politica antipopolare, per la sua incapacità di fare fronte alla disoccupazione e al disagio sociale, per lo scandalo di banca Etruria, per l'inettitudine e l'arroganza della classe politica che ha espresso, ma un complotto su scala mondiale (tanto è vero che è arrivato persino a insediare una sua creatura alla Casa Bianca...) che si avvale di quinte colonne nostrane.

Insomma, se Putin non ci fosse, come avrebbe detto Voltaire, bisognerebbe inventarlo, per chiamare tutti all'union sacrée contro i barbari in difesa della civiltà.

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