Il
trasferimento di una decina di alunni della classe 1 e 2 da Trasanni ad Urbino
ha alimentato una serie di polemiche dietro cui possono nascondersi certi
pregiudizi, purtroppo anche razziali. Infatti le scuole elementari di Urbino
hanno accolto nel passato bambini di nazionalità inglese, statunitense,
tedesca, svizzera ecc. e nessuno si è mai allarmato per i possibili ritardi
nell’apprendimento dei propri figli. Ora in maniera irrazionale e contro ogni
dettame pedagogico viene sollevato il problema. La preoccupazione di alcuni
genitori per i propri figli è legittima, ma l’attenzione dovrebbe orientarsi
sullo stato attuale di salute della scuola italiana, pauperizzata dai vari
governi di centro destra e centro sinistra e falcidiata da cosiddette riforme,
da ultima la “Buona Scuola” del Pd renziano, che hanno mortificato insegnanti e
personale scolastico, e depresso i genitori. E’ evidente che la scuola italiana, vittima
di costanti tagli, non è attrezzata ad affrontare queste novità epocali, e ne scarica
il peso sulle spalle e sulla buona volontà degli insegnanti. I pochi anonimi genitori potrebbero allora, in
accordo con i docenti, mobilitarsi per ottenere il sostegno necessario,
corredato da un piano di reale di accoglienza, per consentire l’auspicata ed
urgente integrazione, che non deve essere intesa come assimilazione della
cultura del migrante alla nostra, ma come interazione tra due culture,
considerando quella dell’altro una risorsa e non un freno. Solo
così la presenza di bambini stranieri, comunitari o extracomunitari che siano
(non vorremmo che oltre alla discriminazione razziale possa far capolino quella
di classe nei confronti di chi ha maggiori difficoltà economiche), può diventare l’occasione di
crescita, e i valori di solidarietà
promossi da un progetto di integrazione supererebbero di gran lunga il timore
di un eventuale ritardo nei programmi scolastici canonici. Del resto i bambini
di Trasanni hanno diversi anni di permanenza in Italia e oltre alla nostra
parlano altre lingue europee. Ci attendiamo che il sindaco metta in campo tutti
gli strumenti di assistenza per favorire questo passaggio e promuova politiche
di integrazione efficaci (quali sono i progetti su Urbino 2 ?). Non abbandoni
la scuola di Trasanni a sé stessa, ma lavori perché diventi un centro di
promozione socio culturale di una realtà multirazziale e multiculturale. Ostinarsi nella difesa di pluriclasse, come
nel Pd si propone, significa creare veramente un danno pedagogico, ma questa
volta a scapito dei bambini di Trasanni. il Pd accecato dalla polemica pregiudiziale,
si dimentica non solo dei più elementari principi pedagogici, ma anche della
sua passata gestione amministrativa scolastica, quando per la scarsità di
iscritti chiuse alcuni plessi del territorio comunale trasferendo gli alunni in
plessi viciniori. E’ ovvio che il trasferimento crea problemi agli alunni, ai
loro genitori e ai docenti che dovranno preparare piani di accoglienza, (cosa
del resto che avviene per ogni nuovo arrivo), ma meglio problemi nuovi che
ghettizzazione e discriminazione vecchie.
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