venerdì 14 ottobre 2016


                                                   CA' LUCIO CHIUDE?
La discarica di Ca' Lucio si avvia a diventare un brutto ricordo, eloquente simbolo di un passato non troppo lontano in cui l' Amministrazione si caratterizzava per un'insuperabile sordità alle istanze e rimostranze dei cittadini, in primis quelli di Montesoffio. Almeno, a giudicare dalla dichiarazione congiunta di Marche Multiservizi e Amministrazione comunale che ne hanno annunciato la chiusura . Dunque, avevano ragione associazioni ambientaliste  e comitati di residenti che per ben 5 anni non hanno mai smesso di denunciare l'insostenibilità ambientale della discarica, chiedendone la chiusura e aprendo un serrato confronto con la giunta su una diversa gestione dei rifiuti che vanno considerati una risorsa da recuperare e riutilizzare.
Che, finalmente, l'Amministrazione Gambini e Marche Multiservizi abbiano maturato una diversa sensibilità in merito, segna perlomeno un riconoscimento dell'impegno di tanti cittadini a favore del loro territorio.
Eppure, siamo preoccupati più di prima: molti, troppi punti  del nuovo Piano non solo non convincono,  ma francamente allarmano.
A partire dal silenzio sulla richiesta di pubblicare il progetto online , garanzia di trasparenza e corretta informazione su un tema che tocca così da vicino gli Urbinati.  Se a ciò si aggiunge che tale progetto non è suscettibile di modifiche, tutta l'operazione sembra collocarsi in un contesto molto lontano da quella partecipazione democratica e da quel controllo dal basso auspicato dalle associazioni ambientaliste e dai residenti.
Silenzio anche relativamente alla quantità e alla destinazione dei fondi che Comuni e Comunità Montana avrebbero dovuto mettere da parte prima che la gestione passasse a Marche Multiservizi.
Deludente  la risposta data all'ineludibile problema dello smaltimento dei rifiuti: ancora una volta non viene preso in considerazione  il porta a porta integrale e si ripiega su un sistema misto che limita questa modalità unicamente al residuo secco.
Ma c'è di peggio:  Ca' Lucio cesserà la sua normale attività dopo avere completato il conferimento dei 400.000 cubi di rifiuti previsti per diventare sede di conferimento di rifiuti speciali anche da fuori regione.  Si profilano due rischi gravissimi: il primo legato alla natura di questi rifiuti, la cui pericolosità è stata oggetto di denunce ed inchieste in diverse regioni, il secondo  chiama in causa la già non facile viabilità locale.  Pensare che la strada per Ca' Lucio  possa sopportare un incremento di traffico pesante è semplicemente un'offesa al buon senso e un'espressione di totale noncuranza nei confronti dell'incolumità dei residenti e di tutti coloro che, per lavoro o turismo, si trovano a percorrere questa via.
E pensare che la Giunta Gambini proclama ai quattro venti la centralità turistica di Urbino: certo, con questo progetto sta offrendo un supporto logistico proprio ideale per attrarre visitatori ai quali, poi, offrire tra una principessa leonardesca e un Tiziano una discarica tutta speciale...
Ultimo, non certo per importanza, punto discutibile : il nuovo Piano dei rifiuti comporterà un  aumento di tariffe che già oggi non sono di poco conto. E questo di fronte alla già ricordata "evanescenza" dei fondi che Comuni e Comunità Montana avrebbero dovuto accantonare.
Insomma, l'impressione è che questa operazione, viziata già in partenza da verticismo, opacità e ambiguità rispetto al problema dello smaltimento,  finisca per esasperare le criticità legate a Cà Lucio, in luogo di risolverle.
Ipotesi quanto mai legittima, se il pensiero corre al decreto Renzi del 1o agosto 2016( cfr. Gazzetta Ufficiale 5/10/16)  che prevede l'attivazione nella nostra regione di un inceneritore, cioè di una modalità di affrontare il problema  dei rifiuti doppiamente pericolosa.   Effetti dannosi sulla salute  da un lato, dall'altro una concezione inadeguata, obsoleta e improduttiva : l'inceneritore nega la possibilità stessa di un recupero e riutilizzo dei rifiuti che rappresenta, invece, la via maestra da seguire se si vuole affrontare in modo efficace questa questione cruciale delle società moderne che è lo smaltimento.
Non ci stupisce il decreto Renzi: è perfettamente in linea con tutta la politica governativa: dallo Sbloccaitalia al rilancio del Ponte sullo Stretto . Ci chiediamo anche se le Regioni, qualora passasse la Riforma costituzionale su cui voteremo il 4 dicembre, avranno ancora la possibilità di bloccare( o perlomeno di provarci) opere ritenute dannose per il territorio, ma molto proficue per i privati, come è successo nel caso delle trivellazioni in mare.
 Se le intrinseche debolezze del piano presentato da Giunta/Marche Multiservizi si inseriscono nell'orizzonte della politica "ambientale" del governo,  una positiva soluzione dell'annosa vicenda della discarica di Urbino è ancora ben lontana.
Associazioni ambientaliste , gruppi politici attenti alla salvaguardia del territorio e  cittadini dovranno raddoppiare  la vigilanza e continuare la mobilitazione.
E' davvero inaccettabile che decisioni così importanti per la vita di una comunità vengano prese  dai "soliti noti" , con totale sprezzo della popolazione.